Si completa con questa esposizione dedicata alle chiese di Copreno e Lentate il nostro lavoro di documentazione fotografica concernente gli interni (altari, quadri, statue, pitture, particolari artistici, ecc.) delle chiese presenti nelle varie località che costituiscono il comune di Lentate sul Seveso; dopo Birago, Camnago e Cimnago, presentati in occasione della festività di san Mauro 2004, quest’anno completiamo l’opera.
E’ l’ennesima occasione per conoscere quanto di artisticamente pregevole esiste nel nostro territorio e siamo particolarmente orgogliosi di mostrare fotografie che rappresentano gli interni di alcune cappelle sicuramente sconosciuti alla maggioranza, vere “chicche” da non perdere.
E’ un modo diverso di visitare le nostre chiese perché dall’angolo visuale scelto dal fotografo si possono trovare interessanti spunti nell’espressione di un volto o in un particolare.
Vogliamo inoltre cogliere l’occasione per ringraziare i parroci ed i proprietari delle cappelle gentilizie che con molta cortesia hanno reso possibile il nostro lavoro.
Sull’origine, e quindi sul primo e principale scopo dell’abbigliamento, si è molto discusso e si discute ancora. Un primo elemento può essere ricercato nella protezione che gli indumenti offrono al corpo in rapporto all’ambiente (caldo, freddo, pioggia, ecc.); un secondo può essere legato al senso del pudore (anche se è indubbio che l’occultamento ma insieme l’esaltazione dei caratteri sessuali ha sempre avuto ed ha tuttora un peso notevole); un terzo elemento può essere l’affermazione dell’individuo che attraverso un particolare abbigliamento vuole esternare una sua speciale abilità od un tratto del suo carattere; infine un ultimo elemento può essere quello dell’appartenenza: foggia e colore degli indumenti comunicano all’esterno l’appartenenza ad un gruppo, ad una corporazione od ad un ceto sociale.
Molto tempo è trascorso da quando i nostri progenitori si vestivano con semplici pelli, passando poi all’introduzione del lino, della lana, della seta e dei velluti con i quali si sono confezionati dapprima semplici tuniche e mantelli e poi vestiti sempre più raffinati ed eleganti.
La mostra mette in esposizione un breve tratto di storia dell’abbigliamento, dalla seconda metà del 1700 (gli sfarzosi vestiti della nobiltà al tempo della rivoluzione francese) fino ad arrivare agli anni della Belle Epoque, passando dallo stile impero alle fogge dei vestiti dell’aristocrazia e della borghesia ottocentesca.
Gabriella Mosconi nasce a Cantù nel giugno 19..; vive a Copreno da oltre vent’anni. Già da ragazzina l’amore per la natura destano in lei il desiderio di trasmettere, attraverso il disegno, ciò che osserva durante le lunghe e solitarie passeggiate in campagna e nei boschi. I primi strumenti sono le penne a sfera colorate ed i pastelli, poi le tempere. I primi quadri sono realizzati con il pirografo.
Dopo il matrimonio, come autodidatta, prende confidenza con i colori; si iscrive successivamente alla Scuola d’Arte di Bovisio Masciago e poi ad una Scuola privata di Varedo dove trova un’insegnate particolarmente disponibile nel seguire gli allievi, nell’aiutare ciascuno a trovare la propria tecnica, e dal quale apprende moltissimo. Frequenta anche un corso di affresco, ma è con la pittura ad olio che vuole continuare. Paesaggi invernali, autunnali, luoghi conosciuti o immaginari, angoli d’infanzia sono i soggetti che più l’appagano.
Alterna dipinti ad olio con acrilici, china, disegni a matita ed acquarelli. E’ la sua prima personale.